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Scuola, sfida hitech per 100 studentesse delle superiori

Articolo del giornale Corriere della Sera – 14 ottobre 2021

Grazie al progetto «HackHer», organizzato dalla società no profit Bridge the Gap e sostenuto dal sito di annunci Bakeca.it.

Non tutte le bambine sognano di diventare ballerine. Ma ancora non pensano di essere portate per le materie tecnologiche. Per promuovere la parità di genere nel settore hi tech, ieri 100 studentesse delle scuole superiori hanno toccato con mano cosa vuol dire iniziare a sviluppare un’app. Grazie al progetto «HackHer», organizzato dalla società no profit Bridge the Gap e sostenuto dal sito di annunci Bakeca.it, si sono sfidate in un «hackathon» durato tutta la giornata negli spazi di Toolbox coworking. A supportarle, un panel di 7 donne arrivate ai vertici di aziende come Google, Ibm e Zoom che si sono confrontate in una tavola rotonda sul gender gap in questo campo.

Le ragazze sono ancora lontane anni luce dal mondo delle scienze e della tecnologia. Secondo l’ultimo report della Commissione Europea sulle disparità di genere, l’Italia è al quartultimo posto in Europa nel settore high tech. «La strada da fare è ancora tantissima, dicono che ci vorranno 99 anni per colmare l’attuale divario – ha ammesso Scilla Scigna, fondatrice di Bridge the Gap -, ma noi non ci scoraggiamo: il prossimo anno vogliamo raddoppiare i numeri del progetto».

Ieri 100 studentesse di quinta dei licei Alfieri, Gioberti e Santorre di Santarosa sono state divise in 10 gruppi e si sono messe al lavoro con 10 tutor. Hanno scelto un progetto e hanno sviluppato i primi punti delle relative app, scoprendo che potrebbe piacergli farlo da grandi. «Non ci avevo mai pensato prima, ma mi sono divertita a sviluppare il design dell’app – conferma Giorgia Di Pardo, 18 anni, studentessa del Santorre -. Ora terrò in conto anche questa possibilità per il mio futuro».

Le aziende del digitale hanno bisogno di ragazze, ma non le trovano. «In questo campo arrivano solo candidature da parte di maschi, sia a noi che alle aziende che mettono annunci– ha spiegato Stefano Pavignano, amministratore delegato di Bakeca -. È un problema che ha un impatto diretto sul nostro business ed è un peccato per le ragazze».