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Rassegna stampa 2022

Articolo di Valentina Lonati – thewom.it – 11 maggio 2022

Si moltiplicano le iniziative per avvicinare donne e ragazze al mondo STEM, ancora troppo spesso dominato dagli uomini. In questo contesto si inserisce hacker_, la più importante rassegna italiana dedicata gender gap tecnologico, che si terrà il 18 maggio a Milano al Castello Sforzesco. Una giornata di formazione e confronto
 

Secondo il Global Gender Gap Report del 2021, in Italia solo il 15,72% delle ragazze sceglie di dedicarsi a un percorso di studi in ambito ICT (Information Communication Technology), contro il 33,93 % dei ragazzi. Un divario confermato anche dal Global Gender Gap Index 2021, in cui l’Italia si è posizionata al 63esimo posto dietro al Peru, alla Bolivia, ma anche al Madagascar, allo Zambia o al Suriname.

Proprio per colmare questa distanza è nato hacker_ , progetto multidisciplinare che si sviluppa attraverso una giornata all’insegna della tecnologia al femminile con l’obiettivo di avvicinare quante più ragazze al mondo STEM. L’evento, oggi alla seconda edizione e previsto per il 18 maggio al Castello Sforzesco, nasce da un’idea di Scilla Signa, da anni attiva nel campo della formazione digitale di ragazze e ragazzi e organizzatrice di eventi e iniziative sul gender gap.

La giornata del 18 maggio si svilupperà in due programmi paralleli: uno dedicato a cento alunne delle scuole superiori di Milano che si confronteranno con la tecnologia, sperimentando di persona il learning by doing attraverso la creazione di un’app. Divise in 10 team, realizzeranno un progetto sotto la supervisione di coach esperti che le coadiuveranno durante tutto il percorso.

I loro progetti verranno poi valutati da una giuria composta  da role models provenienti dal mondo IT, come Floriana Ferrara di IBM Italia, Mara Tanelli di “POP: Equal Opportunities at Politecnico di Milano”, Nicoletta Mastropietro di A2A,Aurora Simonetti, di Red Hat Italy e Paola Scarpa di Google Italy. Saranno loro a condurre momenti di mentoring alle ragazze, condividendo le loro esperienze professionali e i loro percorsi di formazione. Successivamente, nel pomeriggio, valuteranno i progetti presentati dalle studentesse e selezioneranno il team vincente a cui andrà un premio del valore di € 1.000.

 

Sempre nel pomeriggio si terrà poi il panel di donne con ruoli manageriali che racconteranno cosa è il gender gap e come si combatte. A partire dalle 14.30, saliranno sul palco di hacker_, moderate dal giornalista Simone Spetia, manager internazionali come Sandra Mori di Coca Cola, Giulia Rossi di AWS, Guia Lanciani di Medtronic, Lucia Cariati di Sodexo Italia, Piera Carrà di Avio Aero, Giulia Pastorella del Comune di Milano, Barbara Terenghi di Edison.

I talk avranno l’obiettivo di fare il punto sui temi legati al gender gap, portare best practices, dialogare e interrogarsi sul perché l’Italia si classifichi ancora agli ultimi posti in Europa in fatto di gender equality.

Dopo questa giornata, poi, hacker_ proseguirà il suo viaggio con un itinerario in tutta Italia, in modo da raggiungere sempre più ragazze, più aziende, persone e istituzioni. La terza edizione è prevista a Roma, a metà novembre 2022.

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Askanews – 3 maggio 2022

Arriva a Milano hackher_, rassegna sul Gender gap tecnologico

Il 18 maggio studentesse e leader del mondo STEM a confronto

Milano, 3 mag. (askanews) – L’Italia nel 2021 si è posizionata al 63esimo posto nel Global Gender Gap Index 2021, dietro al Peru, alla Bolivia, ma anche al Madagascar, allo Zambia o al Suriname. In Italia infatti, in tema di gender gap tecnologico, solo il 15,72% % delle ragazze sceglie di dedicarsi a un percorso di studi in ambito ICT, contro il 33,93 % dei ragazzi (Dati del Global Gender Gap Report 2021).

Per raccontare questo divario il 18 maggio a Milano, al Castello Sforzesco a Milano, si terrà la seconda edizione di hackher_, la più importante rassegna italiana sul gender gap tecnologico. Dopo il successo della sua prima edizione torinese (nell’ottobre 2021), hackher_ torna con il suo progetto multidisciplinare, nato con l’obiettivo di avvicinare quante più ragazze al mondo STEM (Science, technology, engineering, and mathematics), attraverso una giornata all’insegna della tecnologia al femminile.

In un contesto di questo tipo, si legge in una nota, assume una rilevanza ancora maggiore il lavoro di hackher_ che il prossimo 18 maggio porterà cento alunne delle scuole superiori di Milano a confrontarsi con la tecnologia e ad ascoltare le case histories di alcune delle più brillanti rappresentanti femminili del mondo STEM internazionale.

Le cento studentesse invitate all’evento formativo al Castello Sforzesco dovranno sperimentare il learning by doing attraverso la creazione di un’app, partendo dalla fase iniziale di brain storming e team working (10 team da 10 ragazze) fino alla presentazione del progetto, realizzato sotto la supervisione di coach esperti che le coadiuveranno durante tutto il percorso.

Al team vincente andrà un premio del valore di 1.000 euro.

Ma hackher_ 2022 sarà anche un momento di formazione, con un panel di donne con ruoli manageriali che racconteranno cosa è il gender gap e come si combatte. A partire dalle 14.30, saliranno sul palco di hackher_, moderate da Simone Spetia (giornalista a Radio 24, conduttore di 24 Mattino), manager internazionali come:

BARBARA LUCINI | Responsabile People Value & Engagement di Generali Italia e Direttore HR di Generali Welion SANDRA MORI | Former DPO Europeo di Coca-Cola, consigliere di amministrazione del Politecnico di Milano e Fondazione Milano GIULIA ROSSI Principal Digital Innovation Lead – South Europe Amazon Web Services (AWS) GUIA LANCIANI | Customer Care & Supply Chain Director, EMEA Order to Deliver Lead Medtronic LUCIA CARIATI | HR and DE&I Manager Sodexo Italia PIERA CARRÀ | Chief Information Officer Avio Aero – a GE Avia-tion Business GIULIA PASTORELLA| Consigliera Comunale di Milano Presidente della Commissione Servizi Civici, Digitalizzazione BARBARA TERENGHI | Chief Sustainability Officer & CEO’s Office Di-rector Edison

L’evento sarà sostenuto da Generali Italia come main sponsor e da altri partner tra cui: Google, IBM, Amazon Web Services (AWS), Edison, Fastweb,Medtronic, Sodexo Italia, a2a, Avio Aero, Red Hat, Bip, SIDI, Microelettrica, MFT, Movida, MockFlow, Anitec-Assinform e altri.

La cordata di grandi brand e il Patrocinio del Parlamento Europeo rendono hackher_ un evento di grande interesse che verrà presto esportato in Europa. La terza edizione è prevista a Roma, a metà novembre 2022.

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Carlotta Sisti Elle Magazine – 24 aprile 2022

Gender gap tecnologico in Italia, a che punto siamo? Il 28 aprile si è celebrata la Giornata internazionale delle ragazze nelle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione, ma i dati dicono che il gender gap tecnologico è in crescita
 
A più di due anni dall’inizio della pandemia, nessun aspetto, o quasi, delle nostre vite ne sta uscendo migliore. I dati, raccolti su più fronti, uccidono, insomma, ogni retorica su resilienze e stoicismi. Non è migliorata, dunque, la nostra salute mentale, e non è migliorata la scuola, che con la DAD ha ampliato ancor più il divario tra chi è più fortunato e chi è marginalizzato. Non è migliorato il mondo del lavoro, nonostante quell’aggettivazione simpatica che lo vorrebbe “smart”, e non lo è soprattutto per le donne, ovunque nel mondo, e con un’Italia che non fa certo eccezione e ci racconta di lavoratori scesi nel 2020 di 101 mila unità, 99 mila dei quali composti da donne. Un dato, questo italiano, in linea con quanto dichiarato dal Global Gender Gap Report 2021 del World Economic Forum, che spiega come l’impatto della pandemia COVID-19 continui a farsi sentire anche sul divario di genere globale, aumentato di una generazione, passando da 99,5 anni a 135,6 anni.
 
Ma il gender gap che si riflette sul mondo del lavoro, è ovviamente qualcosa che nasce prima, che si forma a monte, a partire dalla scelta del percorso di studi, che vede, per sempio, l’area STEM (Science, technology, engineering, and mathematics) a netta prevalenza maschile. La disuguaglianza sociale e culturale che colpisce le professioniste del mondo femminile e le allontana dall’ambito tecnologico, in particolar modo nelle aree emergenti del mondo del lavoro, è un fatto. Il mondo STEM è ancora, troppo e troppo spesso, considerato una cosa “da uomini”, molto più di altri ambiti lavorativi. Ce lo aveva confermato Donatella Sciuto, ingegnera elettronica e prorettrice del Politecnico di Milano, che pure ha fiducia in un cambiamento di rotta: «La scienza non ha genere – diceva un anno fa ad Elle Sciuto, premiata di recente nell’ambito del programma Women leaders in AI, promosso da IBM – il motivo per cui alle bambine a volte non piace è perché non vengono incoraggiate. Per questo il Politecnico da anni organizza eventi aperti ai più piccoli (tra cui La notte dei ricercatori), per spiegare loro in maniera semplice cos’è la ricerca scientifica».
 
Eppure raggiungere la parità di genere nelle Information&Communication Technologies (ovvero il mondo delle telecomunicazioni, dell’uso di internet, delle infrastrutture e dei processi per creare, elaborare, scambiare dati) non è mai stato un obiettivo così lontano, e all’indomani della Giornata internazionale delle ragazze nelle TIC, è importante metterlo ben a fuoco. I dati globali, infatti, anziché mostrare dei passi avanti sul tema, mostrano invece una preoccupante recessione, perfino nei Paesi più virtuosi. In Islanda (Paese che ha quasi colmato il divario di genere in molti ambiti, aggiudicandosi per dodici anni il titolo di miglior nazione in tema di gender equality), le ragazze sono ancora penalizzate nei settori dell’istruzione più rilevanti per il mercato del lavoro attuale e futuro. Solo il 10,25% delle laureate sceglie di perseguire un percorso di studi nell’ambito STEM, contro il 26,6% degli studenti maschi.
 
Questo divario è importante anche nel nostro Paese, che nel 2021 si è posizionato al 63esimo posto nel Global Gender Gap Index 2021, dietro al Peru, alla Bolivia, ma anche al Madagascar, allo Zambia o al Suriname. In Italia infatti, in tema di gender gap tecnologico, solo il 15,72% % delle ragazze sceglie di dedicarsi a un percorso di studi in ambito ICT, contro il 33,93 % dei ragazzi. In questo scenario faticoso e potenzialmente scoraggiante, c’è un evento che intende ribaltare il punto di vista, e prendere come stimolo questa difficoltà: si chiama hackher_ ed il prossimo 18 maggio porterà cento alunne delle scuole superiori di Milano a confrontarsi con la tecnologia e ad ascoltare le case histories di alcune delle più brillanti rappresentanti femminili del mondo STEM internazionale. All’interno del Castello Sforzesco di Milano, in questa sua seconda edizione hackher_ torna con il suo progetto multidisciplinare, nato con l’obiettivo di avvicinare quante più ragazze al mondo STEM, attraverso una giornata all’insegna della tecnologia al femminile.
 
Un evento importante, che ha a che fare con la formazione, che a sua volta ha a che fare sì con le storie personali di donne e ragazze, ma anche con l’idea di economia più ampia e larga che un Paese ha. Come ricorda la scrittrice Chiara Valerio, provvista, caso raro, di un dottorato in matematica, a proposito del pamphlet La matematica è politica (Einaudi) “i soldi sono numeri”: «Se li abbiamo, possiamo consentirci certe cose, se non ne abbiamo possiamo farne solo altre, o niente; i titoli di studio sono numeri, senza un certo voto non possiamo accedere a certe specializzazioni, senza un certo numero di titoli di studio, non possiamo intraprendere certe carriere». Lorella Carimali, docente di matematica e fisica al liceo, nel 2018 finalista del Global Teacher prize, il Nobel per l’insegnamento. Alla domanda: “perché le donne non dovrebbero essere grandi matematiche?”risponde nel saggio L’equazione della libertà (Rizzoli). «Perché pensano di non riuscirci, forse. Se una bambina dice alla madre che non sa fare i compiti di matematica, può sentirsi rispondere: “Vai da papà che io non sono molto brava”. Così si alimenta lo stereotipo di genere. Un’altra frase frequente è: “Non preoccuparti, sei portata per le materie umanistiche”. Pensare di essere “negate” è un limite autoimposto che ci priva della possibilità di disporre del nostro potenziale». Maryam Mirzakhani, unica donna ad aver vinto la medaglia Fields, diceva: «Se pensi che non ce la farai, la tua mente non lavora bene, non ci prova nemmeno». Anche se a volte basta un piccolo incentivo, come la miniserie La regina degli scacchi su Netflix (62 milioni di connessioni, un successo planetario) che ha fatto imprevedibilmente salire le richieste di scacchiere su eBay (più 250 per cento) e le vendite di libri sulle strategie di gioco (più 603 per cento) anche tra le ragazze.
 
Gli stereotipi su donne e materie scientifiche e tecnologiche, sono realmente interiorizzati, non è una leggenda: In Italia, infatti, secondo un’indagine realizzata da AstraRicerche per Gilead Sciences su un campione rappresentativo della popolazione, la parità di genere è reale e piena solo per il 18.8% degli intervistati, e peggio va se il settore di riferimento è quello delle STEM, per il quale la metà del campione ritiene che i maschi “siano più portati”. E intorno a noi, come detto, c’è un Europa che deve far fronte a una carenza senza precedenti di donne nell’istruzione e nell’occupazione in campo STEM (science, technology, engineering and mathematics). Sebbene le donne costituiscano il 52% della popolazione europea e il 57,7% dei laureati e diplomati dell’istruzione terziaria nell’UE, soltanto due scienziati e ingegneri su cinque sono donne. Un’ulteriore punto su cui riflettere è la sotto rappresentanza delle donne che lavorano nel settore delle tecnologie innovative, come l’intelligenza artificiale (IA), poiché questo può avere un impatto negativo sulla progettazione, sullo sviluppo e sull’applicazione di tali tecnologie, portando alla riproduzione delle pratiche discriminatorie e degli stereotipi esistenti e allo sviluppo di algoritmi viziati da pregiudizi di genere. Insomma, l’argomento è complesso, le criticità tante e su più fronti, il lavoro davanti sconfinato, ma ci sono date e momenti da cui poter partire, come la Giornata Internazionale delle ragazze nelle ICT e le sue iniziative, e come l’evento del 18 maggio a Milano, che non a caso si chiama hackher_ ed anche per questo promette di essere utile sì, ma pure parecchio divertente.

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Rassegna stampa 2021

Articolo del giornale Vita – 12 ottobre 2021

In occasione della Giornata Internazionale delle Bambine e delle Ragazze Unicef denuncia come anche nei Paesi a medio e alto reddito solo il 14% delle studentesse con i migliori risultati in materie Stem si aspetta di lavorare nei campi della scienza e dell’ingegneria. In Europa l’Italia è 25esima per disparità di genere nel settore high tech. A Torino, il 14 ottobre un evento nel segno della Gender Digital Equality.

Quest’anno la Giornata Internazionale delle Bambine e delle Ragazze che si celebra oggi, 11 ottobre, è dedicata al tema “Digital generation. Our generation”. La presidente di Unicef Italia, Carmela Pace, ricorda che «Nei paesi a medio e alto reddito, solo il 14% delle ragazze che hanno ottenuto i migliori risultati in scienze o matematica si aspettavano di lavorare nel campo della scienza e dell’ingegneria, rispetto al 26% dei ragazzi con i migliori risultati. A livello globale, solo il 22% dei professionisti dell’intelligenza artificiale (AI) sono donne, un enorme divario di genere che è attualmente al centro della progettazione degli algoritmi che hanno un impatto su tutte le nostre vite».

Inoltre, non va neppure sottovalutato il fatto che nel mondo la percentuale di donne tra i laureati in scienze, tecnologia, ingegneria e matematica (le cosiddette materie Stem) è inferiore al 15% in oltre due terzi dei paesi e che il divario di genere tra gli utenti globali di Internet sta crescendo, dall’11% nel 2013 al 17% nel 2019, ed è più ampio nei paesi meno sviluppati del mondo, al 43%. «Promuovere l’uguaglianza di genere significa garantire maggiori opportunità alle bambine e alle ragazze per colmare il gap rispetto ai loro coetanei maschi, significa attuare un cambiamento culturale globale che si traduca concretamente in equità salariali uomo-donna, opportunità, sicurezza, protezione sociale, uguali possibilità di accedere all’istruzione per bambine e ragazze. Noi dell’Unicef continueremo a lavorare perché questo avvenga», ha concluso Carmela Pace.

Anche l’ultimo report della Commissione Europea fotografa l’Italia come un ambiente poco meritocratico e non del tutto fondato sull’uguaglianza e sulle pari opportunità: è infatti piazzata agli ultimi posti nella classifica sul Vecchio Continente (25esima su 29) per disparità di genere nel settore high tech. L’impegno è quindi quello di creare occasioni e opportunità affinché siano le stesse ragazze a scegliere il proprio destino e percorso professionale, in assenza di condizionamenti e imposizioni sociali. Il futuro richiede l’eliminazione di divari e retaggi culturali che condizionano e limitano l’accesso delle donne al mondo IT.

Anche per questo il 14 ottobre al Toolbox di Torino non si celebra solo la gender digital equality ma una nuova prospettiva di approccio all’inclusione. A curare l’evento è hackher_ , un progetto multidisciplinare che ha l’obiettivo di avvicinare il genere femminile al mondo Stem e che nasce da Bridge The Gaps, realtà non profit che è impegnata ad abbattere il divario che incrementa le discriminazioni sociali, mirando a rendere la tecnologia alla portata di tutti. Le ragazze partecipanti, sotto la supervisione di coach esperti, avranno la possibilità di mettersi alla prova ideando e sperimentando il learning by doing, acquisendo competenze tecniche con cui potranno ideare e realizzare la loro mission.

L’appuntamento non ha solo lo scopo di avvicinare l’universo femminile all’impatto sfidante dell’ambito tecnologico ma anche infondere fiducia sul fatto che non ne sia precluso a nessuno l’ingresso e crescita professionale.
L’evento è sostenuto da Bakeca.it, piattaforma di riferimento nel settore degli annunci gratuiti che mette a disposizione un buono Amazon del valore di mille euro al team ritenuto vincente nell’Hackathon da una giuria di role models del settore IT.

Intervista su radio RTL – 29 settembre 2021

Articolo del giornale Corriere della Sera – 14 ottobre 2021

Scuola, sfida hitech per 100 studentesse delle superiori.
Grazie al progetto «HackHer», organizzato dalla società no profit Bridge the Gap e sostenuto dal sito di annunci Bakeca.it.

Non tutte le bambine sognano di diventare ballerine. Ma ancora non pensano di essere portate per le materie tecnologiche. Per promuovere la parità di genere nel settore hi tech, ieri 100 studentesse delle scuole superiori hanno toccato con mano cosa vuol dire iniziare a sviluppare un’app. Grazie al progetto «HackHer», organizzato dalla società no profit Bridge the Gap e sostenuto dal sito di annunci Bakeca.it, si sono sfidate in un «hackathon» durato tutta la giornata negli spazi di Toolbox coworking. A supportarle, un panel di 7 donne arrivate ai vertici di aziende come Google, Ibm e Zoom che si sono confrontate in una tavola rotonda sul gender gap in questo campo.


Le ragazze sono ancora lontane anni luce dal mondo delle scienze e della tecnologia. Secondo l’ultimo report della Commissione Europea sulle disparità di genere, l’Italia è al quartultimo posto in Europa nel settore high tech. «La strada da fare è ancora tantissima, dicono che ci vorranno 99 anni per colmare l’attuale divario – ha ammesso Scilla Scigna, fondatrice di Bridge the Gap -, ma noi non ci scoraggiamo: il prossimo anno vogliamo raddoppiare i numeri del progetto».

Ieri 100 studentesse di quinta dei licei Alfieri, Gioberti e Santorre di Santarosa sono state divise in 10 gruppi e si sono messe al lavoro con 10 tutor. Hanno scelto un progetto e hanno sviluppato i primi punti delle relative app, scoprendo che potrebbe piacergli farlo da grandi. «Non ci avevo mai pensato prima, ma mi sono divertita a sviluppare il design dell’app – conferma Giorgia Di Pardo, 18 anni, studentessa del Santorre -. Ora terrò in conto anche questa possibilità per il mio futuro».

Le aziende del digitale hanno bisogno di ragazze, ma non le trovano. «In questo campo arrivano solo candidature da parte di maschi, sia a noi che alle aziende che mettono annunci– ha spiegato Stefano Pavignano, amministratore delegato di Bakeca -. È un problema che ha un impatto diretto sul nostro business ed è un peccato per le ragazze».

 

Servizio di Tg Piemonte –  14 ottobre 2021 

La Repubblica – 14 ottobre 2021

Stem, una cosa da donne:  hackathon di Torino, le  storie delle studentesse.

“Ho scoperto l’amore per le materie stem durante il lockdown. Ho iniziato a programmare per occupare il tempo  e presto farò domanda per ingegneria informatica”. Martina  Ranno ha 18 anni, è all’ultimo anno di classico al liceo Gioberti di Torino e già sa cosa farà il prossimo. Elettra Cazzola, all’indirizzo linguistico, invece “non ho molte idee diverse sul mio futuro. Ho deciso di conoscere il mondo stem con questa iniziativa per avere uno spunto in più e ho scoperto di avere le carte in regola, ho la creatività giusta”. Beatrice Mina, 19 anni, studentessa dell’istituto Santorre di Santarosa, sa che farà medicina ma anche di dover combattere per il gap perché “in ogni settore non si può  andare avanti con una mentalità sola, già quando monto i  mobili i miei amici mi dicono “fallo fare a tuo padre, se ne intende di più””. 

Martina, Beatrice ed Elettra sono solo tre delle 100 studentesse delle superiori che, puntuali alle 8 di questa  mattina fino al tardo pomeriggio, hanno partecipato  all’hackathon “adrenalinico e appassionante” per scoprire che, no, le stem non sono “cose da uomini” e che sono anche  divertenti. Sono gli obiettivi del progetto hackher promosso dalla no profit torinese Bridge The Gaps, oggi  andato in scena con un’intera giornata per parlare di gender equality, con il sostegno di Bakeca, nella cornice di Toolbox a Torino, e che per i prossimi anni già guarda al resto dell’Italia e perché no al resto del mondo. 

Parlare e confrontarsi ma anche divertirsi e mettersi alla prova: le studentesse, divise in 10 team, si sono sfidate in  challenge, tra quiz e boati d’entusiasmo, e progetti, con l’obiettivo di sviluppare un progetto che una giuria al  femminile ha giudicato. Il vincitore, che era incentrato  sulla lotta alle disuguglianze, si è aggiudicato un premio di mille euro in buoni. al loro fianco anche sette  professioniste e manager delle più importanti realtà  tecnologiche e informatiche di italia, che hanno raccontato la loro esperienza: Ilaria Tiezzi, digital executive di fortune 40 under 40; Mara Tanelli, docente di  automatic control al politecnico di Milano; Flavia  Weisghizzi, cmo di Finix; Anna Maria Siccardi, co-founder di rete del dono e fondatrice di Bakeca; Floriana Ferrara,  manager di IBM Italia e Giulia Pastorella, manager di Zoom. 

Il progetto, patrocinato anche dal Parlamento Europeo, ha trovato l’entusiasmo delle ragazze, ma anche la narrazione  dei limiti che ci sono. A partire dalle percentuali sulla  presenza di donne nel settore stem. 

“I dati dicono che ci vorranno 99 anni per intravedere la parità di genere e non possiamo aspettare, per questo c’è  bisogno di iniziative simili – spiega l’organizzatrice Scilla  Signa -. Il gender gap è una realtà, nel settore tecnologia le ragazze sono meno del 10 per cento e il COVID ha influito in generale proprio nei gap aziendali, difficilmente le donne raggiungono un livello apicale. Per questo la decisione di condividere l’esperienza con donne che sono modelli, per spiegare che noi non siamo supereroine ma che è normale essere madre e donna in carriera. Non bisogna spaventarsi ma scegliere e partire. Noi lo facciamo da Torino, ai piedi dell’Europa, puntando ad aumentare sempre l’impatto, ampliando il numero degli studenti e la fascia d’età. Sono  loro – conclude – che devono scegliere e devono avere la  possibilità di farlo”.

Servizio del Sole 24 Ore –  15 ottobre 2021 

Askanews – 15 ottobre 2021

Anna Maria Siccardi, imprenditrice, nel “Club degli investitori”, fa qualche esempio: “Se io dico ‘scienziati’ e quando voglio rappresentare la scienza metto sempre la faccia di Einstein, una bambina fa fatica a immaginare che uno scienziato possa essere anche una donna, la parola forma la mente; e quindi arrivare poi quando le ragazze hanno 16/17 anni a convincerle che possono avvicinare le materie scientifiche e tecniche sentendosi a casa loro diventa più difficile.  Dobbiamo cominciare a fare tutti quanti lo sforzo di cambiare il linguaggio”. 

Poi i progetti delle aziende. Floriana Filomena Ferrara, Corporate social responsability  manager IBM Italia, ci parla di Nerd (Non è roba per donne?), progetto portato avanti  dalle informatiche, volontarie, di Ibm con le università. 

“Quello che cerchiamo di fare con le ragazze delle superiori è portarle all’interno delle  università per far loro provare cosa significhi essere una donna che lavora nel digitale,  quello che chiediamo alle ragazze è concedersi il beneficio del dubbio per poter  abbattere quello stereotipo di genere”. 

Flavia Weisghizzi, marketing director di Finish Technology solution, sottolinea quanto  il mondo tech a sua volta abbia bisogno delle competenze delle donne. “Nel mondo di  oggi sappiamo che c’è un buco di 200mila posizioni in Europa nel mondo tech ed è  impossibile pensare che non possa essere coperto anche dalle donne, è una perdita  importante dal punto di vista del lavoro e delle possibilità che la tecnologia oggi offre”. 

“Oggi se una ragazza vuole diventare ingegnera lo può fare senza nulla togliere alla sua  femminilità, è un messaggio che vorrei dare a tutte: provateci”, aggiunge. 

Le imprenditrici ed esperte hanno partecipato ad un panel durante il Toolbox  Hackaton di Torino, organizzato non solo per celebrare la gender digital equality ma  una nuova prospettiva di approccio all’inclusione. A curare l’evento è hackher_,  progetto multidisciplinare che avvicina il genere femminile al mondo STEM e fa  riferimento a Bridge The Gaps, realtà non profit che si impegna ad abbattere il divario  che incrementa le discriminazioni sociali, mirando a rendere la tecnologia alla portata  di tutti. A sostenere l’evento è Bakeca.it, piattaforma del settore degli annunci gratuiti  che ha messo a disposizione un buono Amazon del valore di 1.000 al team ritenuto  vincente nell’Hackathon da una giuria di role models del settore IT. Le ragazze  partecipanti, sotto la supervisione di coach esperti, hanno avuto la possibilità di  mettersi alla prova ideando e sperimentando il learning by doing, acquisendo  competenze tecniche per portare termine il loro compito.